«Quando il tempo è maturo per certe cose, queste appaiono in diversi luoghi, proprio come le violette sbocciano dappertutto quando comincia la primavera»
PARTIAMO DALLA REALTÀ
A Verona il fascismo è come la diversa gravità sulla Luna: impossibile non farci caso. Certo, a volte è più facile, e forse anche in qualche modo rassicurante, pensare che non sia così; parole come LIBERTÀ e DEMOCRAZIA riempiono quotidianamente i servizi dei tiggì e le pagine dei giornali, ma basta grattare un poco la patina di perbenismo per portare alla luce la sostanziale realtà delle cose: c’è un filo nero fatto di indifferenza e odio che circonda la città. E non certo da oggi. C’è, e probabilmente c’è sempre stato, un certo tipo di modello culturale che a Verona è dominante, ed è quello portato avanti dal fascismo: intolleranza per il diverso, violenza contro i deboli, ossequio alle gerarchie ecclesiastiche, devastazione del territorio nel nome del capitalismo. Il punto è che mentre il fascismo ha saputo, nel corso degli anni, evolversi ed adattarsi ai nuovi contesti concepiti dal progresso, l’antifascismo non lo è stato altrettanto. Oggi come oggi, se non si vuole correre il rischio di cadere nell’autoreferenzialità e nella pura testimonianza, è necessario ripensare radicalmente il nostro modo di agire nella realtà. Sapendo però che la realtà di Verona è questa: se non accetti di far parte del gregge ne sei completamente tagliato fuori, e quindi combattuto come nemico.
CAMBIAMO OBIETTIVI
Non si tratta, quindi, di vincere nessuna guerra al fascismo. Perché in questo contesto non ha senso e ci vede perdenti in partenza. Non abbiamo niente da difendere e dobbiamo fare di questo il nostro vantaggio, ci consente più libertà di movimento. Più interessante, probabilmente, sarebbe provare a costruire un modello culturale alternativo che esista a prescindere da quello attuale, e che proprio per questo sia in grado di metterlo in crisi. Determinante per farlo, capire come si è arrivati allo stato attuale attraverso l’analisi e lo studio di fatti e dinamiche.
CHI SIAMO?
Il Kollettivo Autonomo Antifascista è produzione di conflitto attraverso dibattito, autorganizzazione ed autoformazione. Autoformazione intesa come rifiuto dei saperi e della cultura imposte dall’alto, e come produzione di saperi e cultura autonomi, dunque – e solo in questo senso – comuni. Conflitto inteso come autoproduzione di pratiche immaginative e percorsi non omologabili. “Ogni nozione che possediamo, così come ogni nostra “invenzione”, è innanzitutto la conseguenza di tanti incontri avuti nella nostra vita, dalle lezioni scolastiche ai colloqui amichevoli con i nostri conoscenti, ed è qui che si produce la cultura: nello scambio libero e conviviale”. Allo stesso modo ciò che SIAMO, rispetto al contesto storico in cui ci troviamo, è la conseguenza dei tanti percorsi avuti nella nostra vita e dei tanti singoli episodi vissuti da ciascun*, ed è qui che si produce l’autoformazione: nello scambio libero di esperienze e idee.
L’Assemblea del Kollettivo Autonomo Antifascista è tutte le domeniche.
Per info: azioneantifavr@bastardi.net